Il termine manna è di origine orientale e secondo la Bibbia è il cibo inviato da Dio agli Ebrei nel deserto durante l’Esodo. Gli Ebrei, non sapendo cosa fosse quella sostanza esclamarono: Man hu? (che cos’è?), da cui il nome manna. La manna del deserto, costituita dal tallo del lichene Lecanora Esculenta, così leggero da essere trasportato lontano, è ancora oggi usata dalle tribù carovaniere per preparare delle focacce dette “pane di terra”.
In Sicilia, sulle Madonie, la manna si ottiene dall’incisione del tronco del Fraxinus Ornus e si presenta come una sostanza biancastra di sapore dolce ricca di inulina (sostanza simile all’amido). La manna, nelle sue diverse qualità, viene raccolta nella stagione estiva dai frassinicoltori poi stesa al sole ad asciugare.
Essa è costituita principalmente da: mannite (40-60%) acidiorganici, acqua, glucosio e in misura minore da levulosio, mucillagini, resine e composti azotati.
Il principio attivo della manna è la mannite o D-mannitolo (alcool esavalente la cui formula è C16 H14 O6) volgarmente chiamato zucchero di manna. E’ un blando lassativo in quanto agisce per osmosi ed è particolarmente indicato per anziani e bambini e, nell’uso continuato, non presenta effetti collaterali né dipendenza da assunzione.
E’ un edulcorante rinfrescante e naturale regolatore intestinale. L’uso costante può favorire il transito intestinale per chi ha problemi di stitichezza, che apparentemente può sembrare una patologia di poco conto, ma può in realtà, condizionare seriamente il decorso di alcune patologie come la sindrome emorroidaria, e la diverticolosi del colon.
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